TAHSİN SARAÇ
Angoscia
Non sone lassi
I monti di giacere, le acque di scorrere
Ed il sole di sorgere quotidiano
Da levante per calare a ponente?
Non è lasso
Il nero d'esser nero, il bianco bianco
Odorerà sempre di menta il suo fiore
Mai parleranno codeste rocce
Ognor case saranno le dimore
Solo terra la nostra sorte?
Non è lasso
L'infinito d'essere assurdo
Insoluto il mistero del suo plasma
Perenne sconosciuto questo universo
E le stelle ghigneranno ancora remote?
Non sono lassi, giammai lassi
Creatore a creatura di restare tali?
Traduzione di Grazia Arsan
(Titolo originale: "Boguntu"; Siir-Yayinlari, pag.20)